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Consigli per la vacanza con i figli

Il nostro medico Carlo Alfaro  dà i suoi preziosi consigli per trascorrere una vacanza serena con i propri figli 

Il dottor Alfaro è Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi, componente  della Consulta Sanità del Comune di Sorrento, Consigliere Nazionale di SIMA e Responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientifico-culturale 

Dopo un inverno traumatico in cui hanno subito l’ansia della pandemia e le privazioni della scuola e della socialità imposte dal conseguente lockdown, per bambini e adolescenti, e le loro famiglie, le vacanze rappresentano quest’anno un bisogno quanto mai primario.

Pur nel rispetto delle regole per prevenire la trasmissione del Covid-19 (distanza di sicurezza, mascherina, igiene delle mani), la grande sfida è la “normalità”, affinché la vacanza possa essere davvero rigenerante e foriera di emozioni e contenuti di valore che aprano la mente e migliorino benessere fisico, pensieri e comportamenti.

Lo spirito fondamentale per godere appieno del tempo della vacanza con i figli è bandire regole rigide, fretta, orari e stress, regalandosi momenti di intimità, gioco, relax, vita all’aria aperta e sensazioni impagabili di libertà incondizionata. Passiamo assieme in rassegna i punti nodali per garantirsi una vacanza serena con i figli.

Durata giusta della vacanza

Una vacanza troppo breve può essere stressante in quanto, soprattutto nei bambini piccoli, l’adattamento ai cambiamenti di ambiente, ritmi, clima, alimentazione richiede uno sforzo iniziale fisico e psichico, per cui, in caso di soggiorni brevi, i benefici possono iniziare proprio quando la vacanza finisce. Viceversa, una vacanza troppo lunga può diventare noiosa se ripetitiva e stancante: i bambini hanno sempre bisogno di nutrire la loro naturale curiosità con emozioni e scoperte nuove.

Il viaggio

Il momento del viaggio va considerato parte integrante della vacanza e va impiegato in maniera adeguata. Partire nelle ore serali può essere vantaggioso per i bambini piccoli per conciliare il sonno durante il percorso. Invece i più grandi vanno coinvolti spiegandogli tutto quello che succede e si osserva. E’ opportuno recare con sé tutto quanto può occorrere, tenendo conto dell’età dei figli: acqua e cibarie, ciuccio e pannolini per i lattanti, salviettine, indumenti di ricambio, sacchetti di plastica, elementi di distrazione come libri, penne e matite, album da colorare, riviste, fumetti, giochi manuali, bambole, peluche, programmi radio, podcast, CD, videogiochi tascabili. Per il trasporto dei piccoli, un passeggino leggero è spesso la soluzione più versatile. Il seggiolino auto è ingombrante, richiede un posto in più in aereo, ma anche può essere molto utile. Si potrebbe optare per un passeggino che si trasformi in seggiolino auto.

L’auto

In auto è importante garantire la sicurezza: i lattanti devono viaggiare negli appositi seggiolini omologati di dimensioni adeguate al peso, rivolti in direzione opposta al senso di marcia, i più grandi devono viaggiare sui sedili posteriori e allacciare le cinture di sicurezza. Attenzione al troppo caldo in auto, esempio si può creare l’effetto “serra” quando si lascia l’auto al sole, per cui appena si entra nella vettura aprire gli sportelli per ventilare abbondantemente e controllare che i seggiolini non siano surriscaldati prima di sistemare i bambini. Se l’automobile è dotata di un impianto di climatizzazione, regolare la temperatura in modo che ci sia una differenza non superiore ai 5°C tra l’interno e l’esterno dell’abitacolo ed evitare di orientare le bocchette del climatizzatore direttamente sui passeggeri.

L’aereo

Il viaggio in aereo è da evitare in caso di malattie infettive acute, interventi chirurgici recenti, malattie respiratorie croniche. Per i neonati al di sotto dei sette giorni è necessario un certificato medico che attesti l’idoneità a viaggiare. Il bambino piccolo può stare in braccio ai genitori o in appositi dispositivi come il baby cot, una culla per lattanti fino al sesto mese o al peso di 10 Kg circa, e l’infant seat, un seggiolino regolabile che si fissa al sedile, adatto per bambini fino a 2 anni, o nel seggiolino auto. Al momento del decollo e dell’atterraggio, causa la repentina variazione di quota, le trombe di Eustachio (i condotti che collegano la faringe con l’orecchio medio) automaticamente si chiudono, in modo da mantenere costante la pressione all’interno dell’orecchio: per farle riaprire, a un adulto è sufficiente deglutire o sbadigliare o eseguire la manovra di Valsalva (espirazione forzata a naso e bocca chiusa) mentre ai lattanti si propone di succhiare il biberon e ai bambini più grandi si fa soffiare il naso o masticare caramelle, biscotti, crackers o chupa chups. La variazione del fuso orario può provocare alterazioni del sonno nei primi 2-3 giorni di vacanza, o persistere più a lungo se si superano almeno quattro fusi orari (può servire nel caso la melatonina).

Il mal da viaggio

Alcuni bambini soffrono di “chinetosi” (o cinetosi), disturbo caratterizzato da nausea, vomito, vertigini, malessere, pallore, sudorazione fredda, aumento della salivazione, e dovuto agli spostamenti ritmici o irregolari del corpo durante un moto (mal d’auto, d’aereo o di nave), che causa iper-stimolazione dell’apparato vestibolare (organo dell’equilibrio) presente nell’orecchio interno. In genere, non interessa i neonati e si manifesta solo dopo il primo anno di vita; l’età più suscettibile è tra i 3 e i 12 anni. Per prevenire il disturbo: far viaggiare il bambino vicino al finestrino; mantenere una buona areazione; fare, se possibile, delle soste; non guardare tablet e smartphone, piuttosto farlo distrarre con storie o canzoni o osservando strada e paesaggio; tenerlo in posizione dritta; avere una guida tranquilla, senza brusche accelerate o frenate; evitare odori forti, come deodoranti per auto; non far bere bibite gassate e latte ed evitare pasti abbondanti (anche se non va tenuto lo stomaco completamente vuoto). Come rimedio farmacologico si usano gli anti-vagali (scopolamina) per via orale o in forma di cerotto transdermico. Ai primi accenni di sintomi, può aiutare sgranocchiare un cibo asciutto come dei crackers.

Rinfrescare l’aria

È utile rinfrescare gli ambienti con aria condizionata, ma evitando l’effetto “polare”, cioè mantenendo la temperatura a non oltre 3 gradi in meno rispetto alla temperatura esterna, ed evitando brusche escursioni termiche tra gli ambienti. La temperatura ideale in ambienti chiusi per il benessere fisiologico è di 24-26°C e comunque non inferiore a 23 gradi, sempre con la funzione di deumidificazione. Mantenere chiuse le finestre durante il funzionamento dei climatizzatori. Se si usano invece ventilatori meccanici, non indirizzarli direttamente sulle persone.

Alimentazione

Imperativo bere tanta acqua, magari addizionata a succo di limone e menta fresca per dissetare di più, mentre no alle bevande zuccherate e gassate che possono disidratare ulteriormente aumentando la glicemia e dunque la diuresi. E’ bene che i bambini prendano l’abitudine di bere prima di avvertire lo stimolo della sete e aumentino l’apporto idrico in caso di esercizio fisico. È consigliabile mangiare poco e spesso, evitando le “abbuffate” e i pasti ricchi di grassi che rendono la digestione impegnativa e quindi richiamano più sangue all’interno dell’apparato digerente privandone gli altri distretti. La dieta deve essere ricca di frutta e verdura, che rimpiazzano liquidi e sali minerali persi con la sudorazione oltre ad essere preziose fonti di zuccheri (prontamente disponibili a scopo energetico), vitamine, fibra, fitonutrienti ad attività anti-ossidante, tra cui il beta carotene che stimola la formazione di melanina proteggendo la pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari. La frutta va consumata preferibilmente fresca, scegliendo quella di stagione, a km 0 e proveniente da coltivazione biologica, dato che lunghi tempi di trasporto e di conservazione determinano importanti perdite vitaminiche. Opportuno consumarla, se ben lavata, con la buccia che fornisce fibra, e preferibilmente assumerla a pezzi o morsi, non frullata o passata, per aumentare il senso di sazietà. Anche i bimbi dovessero non gradire frutta e verdure, conviene riproporgliele: è stato studiato che possono necessari anche 12 assaggi affinchè un bambino inizi ad apprezzare un nuovo alimento. Evitare d’estate i cibi e le bevande gelate per il rischio di congestione, anche il gelato andrebbe stemperato in bocca prima di deglutire per evitare uno shock termico. No agli alcolici col caldo, soprattutto quando ci si espone al sole (possono indurre sincope e collasso da vasodilatazione). A tavola combattere la neofobia, cioè la paura e il rifiuto dei cibi nuovi, comune dai 18 mesi, incoraggiando i bambini ad imitare i grandi, non forzandoli e proponendo porzioni piccole per volta.

Abbigliamento in vacanza

Sia in casa che all’aperto, indossare indumenti leggeri, non aderenti, preferibilmente di cotone o lino o viscosa, a trama stretta e doppio strato per lasciar traspirare la pelle e non far aumentare la temperatura corporea. Evitare abiti in fibre sintetiche, poliestere e nylon che fanno sudare. Attenzione a proteggere la testa e gli occhi dal sole diretto con un cappello leggero di colore chiaro con falde larghe o visiera e occhiali da sole. E’ bene bagnare il cappello di cotone se si cammina sotto il sole.

Al mare

Meglio evitare del tutto il sole per i bambini nei primi sei mesi di vita e cautela fino a un anno, prediligendo zone all’ombra e riparate dai raggi ultravioletti, causa la minor capacità di termoregolazione e produzione di melanina. Per le età successive per proteggerli dal rischio di sviluppare tumori della pelle in età adulta (correlati alle scottature infantili) usare al sole t-shirt, cappellino, occhiali e quando ci si espone un filtro solare ad adeguato fattore di protezione per il fototipo, da rinnovare ogni 2 ore e dopo ogni immersione. Preferire prodotti con un ampio spettro di assorbimento, che copra tanto la banda dei raggi UVA che degli UVB. Partire con fattori di protezione elevati per diminuire quando si è sviluppata un’abbronzatura sufficiente. Anche sotto l’ombrellone bisogna comunque applicare la crema solare perché la luce viene riflessa ed espone ugualmente ai raggi ultravioletti. Parimenti, nelle giornate nuvolose le nuvole filtrano la luce visibile e bisogna lo stesso proteggersi. Ricordarsi che anche nell’acqua i raggi solari colpiscono la pelle. Evitare le posizioni immobili quando si sta al sole, quindi non far dormire il bambino sotto il sole. Attenzione a non utilizzare prodotti potenzialmente fotosensibilizzanti come taluni farmaci, cosmetici, profumi, essenze. Nella fascia oraria tra le 11 e le 17, quando la concentrazione dei raggi UV è maggiore, evitare l’esposizione solare prolungata e la pratica di attività fisica o sportiva per evitare il rischio di colpo di calore. E’ buona norma per lo stesso motivo bagnare spesso la testa dei bambini e rinfrescare tutto il corpo con bagni e docce. Il colpo di calore è dovuto al fallimento dei sistemi di regolazione della temperatura interna a fronte dell’eccessivo caldo ambientale e si manifesta con sudorazione massiva, abbattimento, profondo malessere, perdita di forze fino allo svenimento, nausea e vomito, febbre, cefalea, respirazione superficiale e frequente, crampi muscolari, fino a disturbi neurologici quali confusione, delirio, convulsioni. In caso di colpo di calore, far sdraiare il bambino a terra con le gambe sollevate, portarlo in un ambiente ombreggiato e fresco, ventilarlo e rinfrescarlo con spugnature di acqua sul corpo, offrirgli da bere acqua, non fredda, a piccoli sorsi.

In vacanza in montagna

In montagna, attenzione a seguire la regola di non raggiungere alte quote (superiori ai 2.500 metri) troppo rapidamente, per evitare il mal di montagna acuto, caratterizzato da abbattimento, irritabilità, anoressia, nausea, vomito, disturbi del sonno, mal di testa, spossatezza. Inoltre, l’altitudine potenzia l’effetto delle radiazioni solari, pertanto è necessario proteggere le parti della pelle esposte con un filtro solare elevato e utilizzare occhiali da sole. Le calzature che si indossano devono essere leggere e flessibili, coprire le caviglie ed essere ben allacciate. Per evitare che i bambini si smarriscano durante le escursioni, si consiglia di dar loro un fischietto per segnalare la propria presenza.

Sport in vacanza

L’estate è l’occasione migliore per svolgere attività all’aperto: corsa, camminata, bicicletta, ginnastica aerobica, nuoto, con tutti i benefici che comporta sul piano fisico e psichico. Il DPCM del 11 giugno 2020 sancisce che è consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, o presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri, salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti. Attenzione agli infortuni collegati allo sport. In caso di trauma, le prime cose da fare sono immobilizzare la parte e applicare il ghiaccio, per diminuire l’infiammazione e ridurre la formazione dell’ematoma. Cautela con i tuffi, che secondo le statistiche sono l’attività sportiva estiva che espone ai rischi più gravi, anche di vita.

Ammalarsi in vacanza

D’estate non è affatto difficile ammalarsi. L’aumento dei contatti sociali e gli stili di vita improntati a maggiore libertà aumentano l’esposizione a malattie infettive, oltre alla possibilità di contrarre malattie esotiche nei viaggi all’estero. Per questo in viaggio è buona norma recare con sé un termometro, materiale di primo soccorso e i farmaci di uso abituale, verificare che le vaccinazioni siano in regola (soprattutto antitetanica), segnarsi il numero di un centro antiveleni, oltre a mettere in atto le precauzioni per prevenire il contagio, informandosi sulle malattie presenti nella zona dove si è diretti e sulle precauzioni richieste, quali vaccinazioni o chemio-profilassi come per la malaria, da effettuare a partire da una settimana prima della partenza e per tutta la durata del soggiorno in una zona a rischio. Nelle aree dove sono endemiche malattie trasmesse da insetti (oltre alla malaria, Dengue, zika, chikungunya, febbre gialla, leismaniosi), bisogna prestare attenzione particolare a prevenire le punture con abiti coprenti e chiari, insetticidi, repellenti e zanzariere. Per prevenire le infezioni trasmesse per via oro-fecale, molto frequenti in estate, come le tossinfezioni alimentari (Staphyloccus aureus) e le gastroenteriti (da virus come Rotavirus e Adenovirus, batteri come Escherichia coli, Salmonella, Shigella e Campylobacter, parassiti come Giardia, Entamoeba histolytica, Cryptosporidium) se non si è sicuri dell’igiene, evitare di bere acqua di rubinetto o aggiungere ghiaccio alle bevande, di consumare molluschi e pesce crudi, carni crude o poco cotte, insalate, frutta non ben lavata, legumi crudi o non sbucciati, uova crude o poco cotte, salse come la maionese, insaccati, latte non bollito e formaggi freschi non controllati, budini e gelati di produzione artigianale fatti con latte non pastorizzato. In Africa, Asia, Centro e Sud America, è frequente la diarrea del viaggiatore o “vendetta di Montezuma” (20-50% di tutti i viaggiatori), che può essere causata da vari germi, ma soprattutto Escherichia coli enterotossico. Attenzione anche al modo in cui sono cucinati i cibi: per esempio, il pesce crudo può contenere le larve di “Anisakis”, un verme (nematode) ubiquitario in tutti i mari del mondo, responsabile di forti intossicazioni. Un’altra precauzione è evitare di fare il bagno in acque dolci, che possono veicolare numerose infezioni e infestazioni parassitarie, quali leptospirosi, legionellosi, shigellosi, criptosporidiosi, ciclosporiasi, amebiasi, schistosomiasi (il cosiddetto “prurito dei nuotatori”). D’estate aumentano anche le infezioni cutanee (impetigine, micosi e verruche), favorite dal clima caldo-umido e dall’alta concentrazione di bambini in piscina o in spiaggia. La prevenzione consiste nel mantenere la pelle dei bambini sempre pulita e ben idratata, nell’utilizzare ciabattine in gomma quando si cammina a bordo piscina, nella doccia e nello spogliatoio, nell’impiegare teli, asciugamani, pettini e spazzole rigorosamente personali. Anche le otiti affliggono spesso le persone d’estate. Possono essere esterne o medie. L’otite esterna è chiamata “otite da piscina” o “del nuotatore” perché l’infezione batterica acuta del condotto uditivo esterno è favorita da alte temperature ambientali, aumento di umidità e ristagno di acqua nelle orecchie, come avviene quando si va in piscina o al mare. L’otite media acuta rappresenta invece una delle patologie più diffuse tra i bambini; il punto di partenza è una infezione rinofaringea che attraverso la tuba di Eustachio raggiunge l’orecchio medio. Molto diffuse nelle comunità infantili come quelle che si creano nei mesi estivi anche le infestazioni da ossiuri e da pidocchi, che partendo di bambini finiscono per coinvolgere l’intero nucleo familiare. L’ossuriasi è una infestazione parassitaria intestinale che interessa prevalentemente bambini in età pre-scolare e scolare, favorita da carenza di igiene, consumo di carne o pesce crudi o poco cotti, frutta e verdure non lavate, condivisione di asciugamani, biancheria da letto, sanitari, giocattoli. La pediculosi è una infestazione del cuoio capelluto e delle zone cutanee ad alta densità di peli, che colpisce prevalentemente i bambini in età 3-11 anni. La propagazione avviene per contatto diretto o indirettamente con capi di abbigliamento, biancheria da letto o effetti personali.

Controllo del bambino

In ogni circostanza, tenere sotto controllo i bambini dai possibili pericoli e insidie dell’ambiente. Un consiglio pratico nel timore che il bambino si perda, è scrivergli il cognome e numero di telefono sul braccio. Così facendo, chiunque lo trovi può contattare facilmente la famiglia. Sono anche disponibili dispositivi di tracciamento GPS da attaccare al polso del bambino per seguirlo attraverso l’app.

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