Circe e Giordano Bruno
L’opera Il Canto di Circe: dal 23 maggio online sulla pagina Facebook dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli un video realizzato da Nello Petrucci
NAPOLI – La Sala delle Biblioteca del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli, ospita l’installazione site specific dell’artista Nello Petrucci dal Il Canto di Circe, una mostra a cura di Marina Guida.
Il progetto pensato appositamente per questa occasion, reso fruibile in streaming sui canali social dell’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, è promosso dall’ Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con Contemply nell’ambito di Maggio dei Monumenti 2020,
Il Canto di Circe presenta tre opere di grande formano, un trittico su tavola, omaggio al pensiero del filosofo nolano Giordano Bruno.
Non a caso è stata scelta dall’artista proprio la Sala della Biblioteca del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, luogo in cui il giovane filosofo ebbe modo di formare il suo pensiero critico ed indipendente, anche attraverso la lettura dei testi all’epoca proibiti conservati dai domenicani.
Non è casuale nemmeno il giorno scelto per l’inaugurazione: nel 23 maggio del 1592 Giordano Bruno fu arrestato a Venezia e trasferito nelle carceri del Sant’Uffizio di San Domenico di Castello (Venezia). Il trittico racconta infatti quell’avvenimento in tre momenti: il giorno della mancata abiura, la censura e l’arresto.
L’esposizione si potrà visitare fino al 28 giugno.
Nelle tre tavole di Petrucci – realizzate in tecnica mista fondendo decollage/collage, pittura, grafica computerizzata, fotografia e stampa in quadricromia – la potente icona del filosofo emerge sui frammenti di manifesti strappati che rappresentano simbolicamente le false credenze, i proclami e le finte certezze dell’era globalizzata e massificata.
Nello Petrucci h tratto ispirazione dal libro il Canto di Circe che Giordano Bruno pubblicò a Parigi nel 1582. Nella quarta, quinta e sesta “questione” del Dialogo Primo del libro, il filosofo descrive la vera natura di taluni esseri, umani in apparenza ma ferini nella sostanza.
Riferendosi alla specie degli uomini ridiventati scimmie Circe dice: «Questi animali – privi di qualsiasi utilità nelle faccende serie – si rendevano graditi ai magnati adulandoli, facendo gli istrioni e recitando la parte dei parassiti: anche adesso, giacché non possono portare pesi insieme agli asini, marciare in terra insieme ai cavalli, arare insieme ai buoi, pascersi di cadaveri insieme ai porci, non servono ad altro che a far ridere.»
Circe descrive gli uomini scimmia, cortigiani del potere, oppositori del libero pensiero. L’artista riprende l’immagine della scimmia – in questo caso è la personificazione della censura, che blocca la libertà di pensiero e di espressione – e costruisce la scena con due figure antitetiche: la libertà di pensiero personificata da Giordano Bruno e la censura che tutti i poteri costituiti, dalla notte dei tempi, esercitano sulla prima, cercando di limitarla e sopprimerla in ogni sua forma.
Nello Petrucci dopo il 2018 – anno della sua residenza artistica presso il 3World Trade Centre, dove ha realizzato la monumentale The Essence of Lightness – ha iniziato a formulare un pensiero visivo che fonde gli stilemi ed i codici iconografici desunti dalla storia dell’arte dei secoli scorsi, con le soluzioni formali tipiche della street-art, in cui una complessa commistione di persistenze e citazioni, rimandi e parallelismi, formano un universo visivo che dà vita a immagini a cavallo tra l’antico ed il contemporaneo, offrendo molteplici livelli semantici. Il Canto di Circe può essere considerata un’opera di street art allestita in un luogo pubblico e rappresenta un omaggio al pensiero libero ed un invito ad andare simbolicamente oltre i doxa di tutte le forme dittatoriali di potere, manifeste o occulte e perseguire sempre la veritas, come il filosofo Giordano Bruno ci ha insegnato, con ostinazione e coraggio.
Qui è possibile visualizzare e/o scaricare il video.
Nello Petrucci (Castellammare di Stabia, 1981) vive a Pompei ed è un artista e filmmaker italiano, laureato all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Una curiosità onnivora, e un talento poliedrico, hanno generato l’inconfondibile stile dei suoi “Decollage”; tanto che i critici hanno coniato un nuovo termine, “Pop Cinetica”, per definire la sua arte. Una sua opera, The essence of lightness è esposta permanentemente al 45° piano del 3° World Trade Center di New York; unico italiano invitato ad esporre, insieme ai migliori street artist del mondo. Sempre a New York ha esposto due volte all’Agorà Gallery, e poi a Roma all’Ambasciata Americana di Roma con Over the Sky, una serie di tele dedicate all’11 settembre. Sul versante cinematografico, oltre a interpretare diversi ruoli in veste di attore, tra cui anche una piccola parte in Gangs of New York di Martin Scorsese, gira un cortometraggio Lost Love (2019) sul tema del razzismo e firma la regia del videoclip Remove the frame sul tema dell’omosessualità all’interno del Parco Archeologico di Pompei. Nel 2019 fonda la casa di produzione cinematografica Satyr M.B. production.