Che fine ha fatto il Museo di Totò?
Lungaggini burocratiche, ristrettezze mentali e distrazioni dei politici: dopo trent’anni di chiacchiere il Museo di Totò non è stato ancora aperto
di Tonia Ferraro
Giovedì 15 febbraio 2024: 126 anni fa nasceva il grande Antonio De Curtis in arte Totò.
Totò è Napoli, come il Vesuvio, e cu’a muntagna si contende il ruolo di nume tutelare della Città.
Totò, pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo (Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), è – volutamente non diciamo che è stato – un attore, comico e drammatico, commediografo, poeta, paroliere, sceneggiatore, filantropo e animalista.
Era eclettico, ‘o spione d’a Sanità, detto così perché da piccolo si nascondeva per osservare movenze e tic delle persone e poi riprodurle fedelmente.
Infatti, il principe della risata non era solo una bombetta lisa, un tight troppo largo, una camicia sciupata con il colletto basso, un laccio per scarpe come cravatta, un paio di pantaloni corti e larghi a zompafuosso dai quali uscivano “vistosamente” i piedi con scarpe nere e calze di colore bislacco. Non era solo il burattino snodato o il pazzariello, ma anche Fra Ciccillo nel film di Pasolini Uccellacci e Uccellini.
Eppure sono passati più di sessant’anni dalla sua scomparsa, e da quasi trenta si attende l’apertura di un Museo a lui dedicato nel Palazzo dello Spagnolo in via dei Vergini, che sorge vicino alla casa natale di Totò in via Santa Maria Antesaecula n. 109, nel cuore del suo quartiere, la Sanità.
Anche il FAI, qualche anno fa l’aveva inserito nel censimento I luoghi del cuore. Si legge in una nota: Il progetto di realizzare un museo dedicato a Totò nel Rione Sanità … è fortemente sentito dalla popolazione, non solo del quartiere, ma dell’intera città, come testimoniato dall’enorme mobilitazione registrata in occasione del censimento Luoghi del Cuore 2012, che ha riportato all’attenzione delle istituzioni l’emergenza di questo luogo inducendo la commissione stessa a protendere per la scelta del Museo di Totò come luogo da finanziare nell’ambito delle Linee Guida per la selezione degli interventi nel 2013. Il contributo venne revocato.
Nonostante le due proroghe concesse, infatti, non è stato dato corso alla richiesta, vincolante per la concessione del contributo FAI, di costituire “una Fondazione o un altro ente gestore, partecipato naturalmente da tutti i portatori di interesse, a cui legare formalmente la proprietà degli spazi e della collezione (…), onde garantire durata e sostenibilità del museo”. La proprietà degli spazi e della collezione continuano a rimanere in capo a enti diversi.
E mentre Napoli attende paziente, Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli, che son andati a visitare la tomba di Totò al Cimitero di Santa Maria del Pianto, hanno sottolineato: Un’occasione come questa poteva essere festeggiata in ben altro modo ma purtroppo sono quasi 30 anni che Napoli aspetta l’apertura di questo museo stritolato tra la burocrazia asfissiante e la politica distratta. Dopo anni di battaglie e denunce i protagonisti di questo scempio culturale e amministrativo non provano neanche più vergogna.
E cosa direbbe Totò? Ogni limite ha una pazienza.