C’erano una volta i bastardi …
Dopo gli incresciosi fatti dello scorso anno, l’intera Amministrazione Penitenziaria con i suoi Agenti è finita sulle pagine dei giornali. Ma non tutti sono bastardi, anzi…
di Tonia Ferraro
NAPOLI – Nell’Aula Magna dell’Università degli Studi Federico II, al corso Umberto I giovedì 8 luglio alle ore 18 si terrà la presentazione del libro di Antonio Mattone: La vendetta del boss. L’omicidio di Giuseppe Salvia, edito da Guida Editori.
Seguiranno i saluti del Rettore Matteo Lorito, gli interventi dell’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, del procuratore di Napoli Giovanni Melillo e del Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma. Il dibattito, moderato da Massimo Milone, direttore di Rai Vaticano, vedrà la presenza dell’autore.
Il saggio romanzato ripercorre la storia di Giuseppe Salvia, il vicedirettore del carcere di Poggioreale. Un servitore dello Stato, ucciso il 14 aprile 1981 da sicari su ordine di Raffaele Cutolo, boss indiscusso della Nuova Camorra Organizzata. L’aver contrastato il malavitoso, che cercava di imporre il suo potere all’interno del penitenziario da lui diretto, ha provocato la sua inevitabile condanna a morte.
Nel suo volume,l’autore, oltre a dare una descrizione della vita nel carcere di quegli anni, con un collegamento ad alcuni avvenimenti che accaddero in quel periodo, come il rapimento dell’esponente politico democristiano Ciro Cirillo, assessore all’Urbanistica della Regione Campania, operato dalle Brigate Rosse e le vicende legate al terrorismo, ripercorre le motivazioni e le ipotesi per cui Cutolo decise di ucciderlo, la cronaca del giorno dell’omicidio, le fasi salienti del processo e una conclusione finale sulla figura di Salvia.
Le principali fonti utilizzate sono state gli atti del processo, i registri dell’epoca del carcere di Poggioreale, la cartella biografica di Salvia, conservata presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e le oltre 80 interviste fatte a familiari, amici di infanzia, magistrati, inquirenti, avvocati, colleghi del carcere, agenti di polizia penitenziaria, carcerati dell’epoca, ex-terroristi. Tra le testimonianze inedite quelle di Raffaele Cutolo e di Mario Incarnato, autore materiale dell’efferato omicidio.
Una vicenda dimenticata, che a distanza di 40 anni riemerge, facendo venire alla luce non solo omissioni, connivenze e storie di malavita, ma anche e soprattutto la figura di un valoroso e fedele servitore dello Stato che non si piegò davanti all’arroganza del boss di Ottaviano e che rappresenta un esempio di onestà e rettitudine per le giovani generazioni.
Una figura, quella del dottor Giuseppe Salvia, che si deve doverosamente ricordare, soprattutto dopo i recenti fatti che hanno gettato discredito sull’intera istituzione carceraria, funzionari e suoi agenti. E non sono tutti bastardi.
A due passi dalla Reggia di Portici, sede del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sorge Palazzo Valle. Nel corso dei secoli la destinazione d’uso del cinquecentesco edificio è passata da villa rustica… a casa di letizia, da residenza gentilizia… a quartiere militare, da caserma… a ospedale militare, da casa di pena… a scuola militare, quindi sede dei Corsi di Formazione e Aggiornamento del Personale della Polizia Penitenziaria. Attualmente, come da decreto ministeriale, il palazzo è anche sede della Banda Musicale del Corpo di Polizia Penitenziaria, già banda musicale del Corpo degli Agenti di Custodia.
Palazzo Valle e la storia di Portici si intrecciano da secoli: l’edificio storico ha quasi sempre rivestito un ruolo istituzionale. Ne consegue, quindi, un forte legame con l’Amministrazione Penitenziaria, fatta di brave, oneste e competenti persone. Mica bastardi!
Un contesto umano, che non bisogna mai dimenticare che svolge un ruolo importante e spesso ingrato, finendo con l’essere “ingabbiato”come le persone che custodiscono. In tale consesso, certo, non può mancare che ci siano anche individui che sfuggono a questa classificazione. Non per questo, però, sono tutti bastardi.
Portici, a tal proposito, ricorda con gratitudine i caduti in servizio dell’allora Corpo degli Agenti di Custodia, oggi Corpo di Polizia Penitenziaria. A questo scopo, di seguito sono riportate integralmente alcune pagine, stralciate dal libro Palazzo Valle dello storico porticese Stanislao Scognamiglio