Castelli d’Italia: Il Maniero medioevale di Pozzano
di Michele Di Iorio
Il possente castello, caratterizzato da torri e alte mura di cinta, sorge sulla collina di Pozzano, a 100 metri slm, alle pendici del monte Faito. Torreggia sul golfo di Napoli, circondato da rigogliosi uliveti.
Entro la cinta muraria ospitò anche una cattedrale, dove si fermavano vescovi di passaggio e uomini di cultura, tra cui il Petrarca, Tasso e il Boccaccio. Al suo interno grandi scaloni, saloni con camini in pietra, spiccano arredi consoni: armi antiche, statue, porcellane e tendaggi da Mille e una notte.
Primo castello costiero sorto nel IX secolo d.C. per volontà del suo primo feudatario, messer Giovanni duca di Sorrento che, emancipatosi dai bizantini e dal ducato di Napoli, lo fece edificare nel 939.
Ampliato dal successivo duca, fratello di Guaimario IV principe di Salerno nel 1086, venne guarnito con 30 armigeri di guardia. Venne restaurato nel 1235 per ordine di Federico II di Svevia, mentre la fortificazione militare risale al 1310, in epoca angioina.
Nel 1538 l’imperatore Carlo V d’Asburgo fece abbellire il castello di Pozzano, destinandolo in dote alla figlia Margherita d’Austria in occasione delle nozze con il duca Ottavio Farnese.
Nel 1554 il castello fu assalito dal mare dai francesi del duca di Guisa che lo saccheggiò insediandovi poi una guarnigione di mercenari, che passavano il tempo a imprigionare nella cosiddetta papiria – si trovava base del torrione principale – dove torturavano i malcapitati per riscuotere esose tasse e balzelli e imporre lo Jus primae noctis del feroce castellano dei Farnese sulle povere donne del distretto stabiese.
Nel 1706 il castello fu assaltato a cannonate e minato, quindi saccheggiato dalle truppe austriache dell’arciduca Carlo d’Austria. Ridotto ad un ammasso di macerie, le sue pietre vennero usate nel 1781 e 1782 per rinforzare il porto di Castellamare di Stabia e per il Regio Cantiere Navale borbonico.
Nel 1929, ormai solo un rudere, fu venduto al marchese Ala Ponzone, che a sua volta lo rivendette nel 1931 ad Edoardo De Martino che lo fece restaurare completamente da Gino Chierici, sovrintendente dell’arte medioevale e moderna per la Campania. I lavori vennero interrotti dai bombardamenti navali alleati dal 1941 al 1943, e poi il castello fu occupato dall’alto comando germanico nel 1943 e un anno dopo da quello inglese.
Il restauro riprese solo nel 1956 con il nuovo progetto di Guglielmo Vanacore, su commissione di Salvatore De Martino, figlio di Edoardo. I lavori durarono ben 12 anni, terminando nel 1967.
Come sempre a caccia di misteri e fantasmi, io e la cantante internazionale Veronica Vitale venimmo nel gennaio 2015 a nel bellissimo maniero medioevale di Pozzano. Una bella mattinata un po’ fredda. L’occasione fu il concerto di musica pop e jazz della cantante, e della mostra pittorica della sorella Fabiola. Infatti il Castello di Pozzano attualmente è spesso teatro di eventi culturali e festeggiamenti privati.
Mentre pranzavamo in un salone con camini, armi medioevali e una spettacolare terrazza affacciata sul mare, il proprietario volle simpaticamente intrattenerci con un episodio storico e che sfuma nella leggenda.
Nel 1459, sotto il regno del saggio re Ferrante d’Aragona, il maniero era difeso da 60 armigeri e 30 domestici in armi del castellano, il nobile provenzale Gaillard, contro l’esercito di Giovanni d’Angiò, figlio di re Renato, che cercava di riconquistare il Regno di Napoli, mentre il re aragonese era circondato dal grosso degli angioini nella piana di Sarno. Non riuscendo però ad espugnarlo, ricorse allo stratagemma inducendo al tradimento donna Carolina, figlia di Gaillard.
La giovane si era innamorata dell’alfiere a cavallo Filippo da Scafati. Questi, dopo aver consegnato la torre costiera di Scafati agli angioini, militava nelle fila di Giovanni d’Angiò. Dopo aver fatto una corte serratissima a Carolina, Filippo fu fatto penetrare nel castello attraverso un cunicolo segreto per entrare nelle sue stanza. Raggiunto lo scopo, Filippo fece entrare le truppe angioine nella fortezza inespugnabile di Pozzano. Il massacro dell’eroica guarnigione colta di sorpresa fu inevitabile.
Nell’ottobre 1459 il castello cadde così in mano angioina, ma per breve tempo: le sorti dell’esercito aragonese volsero a favore e il condottiero Antonio Piccolomini, duca di Amalfi, andò all’assalto della roccaforte. Gli angioini lo avevano dotato con cannoni posti sui rivellini, e la lotta fu dura. Scacciati gli angioini saccheggiarono e incendiarono la fortezza, cercando di catturare donna Carolina, traditrice per amore, che per sfuggire alle ire degli aragonesi si avvelenò, gettandosi poi in mare a Pozzano.
La leggenda vuole che nella sua camera da letto, detta degli angeli, di tanto in tanto compaia lo spettro di donna Carolina Gaillard, vestita di rosso.