Caffè (s)corretto
Prendiamoci un caffè (s)corretto offerto da Giovanni Renella: Un brusco risveglio
La lista dei dittatori che hanno caratterizzato la storia del secolo scorso, quello breve per dirla alla Hobsbawm, è tristemente lunga.
La primogenitura dei despoti va ascritta al maestro di Predappio, il cui esempio illuminò l’imbianchino tedesco che riuscì a fare addirittura più danni del primo.
Coevo fu il generalissimo spagnolo, le cui tragiche gesta ispirarono Guernica, il tristemente famoso capolavoro di Picasso.
Di lì a poco salirono alla ribalta mondiale un funzionario di partito russo e il suo omologo cinese, che scossero i rispettivi paesi fin nelle fondamenta, producendo danni che ancora oggi sortiscono i loro deleteri effetti.
Per non essere da meno, l’Africa settentrionale e l’Asia mediorientale in epoche più recenti affidarono tripolitania, cirenaica e mesopotamia alla mercé di due militari con una spiccata propensione a introitare, personalmente, buona parte dei proventi del petrolio venduto dai rispettivi paesi: un vero e proprio salto di qualità della figura del moderno dittatore, che a fine Novecento sostituisce il profitto economico personale all’affermazione di un’ideologia, quale scopo della presa del potere.
Arriviamo così al giro di boa del nuovo millennio, passando per un giovane disadattato nordcoreano che spadroneggia indisturbato nel suo paese grazie al ricatto della minaccia nucleare, per giungere al mediocre funzionario dei servizi segreti russi che sta seminando guerra, terrore e morte in un’Europa distratta.
Distratta da cosa, poi?
Dalle alchimie contabili di un bilancio comunitario da far quadrare sulla pelle dei popoli e non a beneficio dei popoli.
Un brusco risveglio per chi si trastullava con il pallottoliere dei conti pubblici, sognando di essere ormai al riparo dalle derive dittatoriali e dalle guerre combattute nei propri confini.