Benvenuta l’estate!
Carlo Alfaro, Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi (Na), ove è titolare di Incarico professionale di consulenza, studio e ricerca di Adolescentologia, ci informa sull’andamento dela pandemia dopo la campagna vaccinale per affrontare in modo sicuro l’estate
Estate significa, in tempo di pandemia, le agognate riaperture delle attività lavorative, commerciali, ludiche e sociali che, nel rispetto comunque delle esigenze di contenimento della diffusione dei contagi, rappresentano, per l’Italia finalmente quasi tutta in zona bianca, uno spiraglio di normalità.
Il progressivo abbassamento dell’indice Rt di settimana in settimana, il calo nell’incidenza settimanale di casi, la discesa del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica (espressione della pressione sui servizi ospedalieri) al di sotto della soglia critica, la costante riduzione del numero dei decessi, definiscono uno scenario incoraggiante.
Lo stato di emergenza persisterà fino al 31 luglio, ma sono in programma per l’estate via via graduali riprese delle attività sportive e culturali in presenza, progressiva cessazione delle limitazioni agli spostamenti, compreso il “coprifuoco”, riapertura completa (seppure con le consuete regole precauzionali) di bar, ristoranti, attività turistiche e ricettive, cinema e teatri, piscine e centri benessere, musei, archivi, biblioteche, parchi, circoli culturali e ricreativi, centri congressi, sale giochi e scommesse.
E anche lo stop alle mascherine all’aperto (dal 15 luglio). Al momento solo sale da ballo e discoteche restano chiuse per difficoltà a disciplinare i fenomeni di aggregazione. Il Green pass, dal 17 giugno disponibile on line in Italia e dal primo luglio attivo in Europa, certificando lo stato di vaccinazione, guarigione o negatività del tampone, potrà favorire spostamenti, accesso a strutture, partecipazione ad eventi e vacanze.
La Certificazione verde Covid-19 si potrà visualizzare, scaricare e stampare su diversi canali digitali:
- sulla piattaforma informatica nazionale dedicata al rilascio delle certificazioni dgc.gov.it;
- sul sito del Fascicolo sanitario elettronico regionale fascicolosanitario.gov.it/fascicoli-regionali;
- sull’app Immuni e presto sull’App IO resa disponibile dal Ministero;
- sul Sistema tessera sanitaria.
In caso di difficoltà, o indisponibilità, nell’uso di strumenti digitali, gli utenti potranno far riferimento a medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacisti, che accederanno al sistema tessera sanitaria con le proprie credenziali e inseriranno il codice fiscale e i dati della tessera sanitaria del paziente.
Tutto questo crea nella popolazione una grande aspettativa di entrare, finalmente, nella fase “post-Covid”. Certo, anche l’estate dello scorso anno segnò una remissione della curva epidemica dopo il lockdown totale e con l’arrivo della stagione calda. L’effetto benefico del caldo contro il Coronavirus è dimostrato da uno studio italiano appena pubblicato in pre-print, secondo il quale i raggi Uva e Uvb del Sole nel giro di poche decine di secondi uccidono completamente il Sars-Cov-2.
Purtroppo, finita l’estate 2020, l’epidemia è decollata di nuovo, con la pesantissima seconda ondata. Tuttavia quest’anno fa ben sperare il livello più alto di copertura immunitaria della popolazione, raggiunta con il diffondersi dei casi e l’avanzamento della campagna vaccinale, tanto più che le vaccinazioni continueranno a pieno regime anche durante l’estate, persino per chi è in una località di vacanza, secondo l’ultima decisione del commissariato per l’emergenza Coronavirus.
Incoraggianti i risultati sul valore della copertura immunitaria nella popolazione di uno studio apparso su Nature, che rivelano che l’immunità dal Covid-19 è duratura almeno 1 anno- grazie alla memoria immunitaria (linfociti T e plasmacellule di memoria midollari), pronta a entrare in azione ad un nuovo incontro col virus.
Pensiamo che per il SARS-CoV, molto simile a SARS-CoV-2, è stata trovata nei guariti nel 2020 la presenza di memoria immunitaria dopo 17 anni. Ovviamente, il titolo di anticorpi circolanti cala, ma le plasmacellule sono pronte a riattivarsi al bisogno.
Gli studi disponibili confermano infatti che le reinfezioni sono eventi davvero rari per i pazienti guariti dal Covid-19. Rispetto a tutte queste prospettive favorevoli, la variante Delta (inizialmente denominata “indiana”) potrebbe rappresentare una minaccia, data la contagiosità 6 volte maggiore delle altre, soprattutto della Alpha (“inglese”), al momento la più diffusa.
Per fortuna, attualmente la diffusione della Delta in Italia risulta sotto l’1%. Nel Regno Unito, a causa del rialzo di contagi della variante Delta divenuta dominante nel Paese (90% dei nuovi casi), l’uscita graduale delle restrizioni che inizialmente si prevedeva per il 21 giugno è stata postecipata al 19 luglio.
I vaccini anti-Covid, sia quelli a RNA messaggero che Astrazeneca, dopo aver completato il ciclo di due dosi, hanno dimostrato di essere però protettivi almeno sulla malattia grave, non si sa sulla possibilità di contagiare. L’importante è però completare il ciclo vaccinale, perché in Inghilterra la variante “indiana” ha trovato larga possibilità di diffusione dato che molte persone erano protette in maniera incompleta, cioè da una sola dose, in quanto il governo aveva scelto la strategia di raggiungere il maggior numero di persone con almeno una dose, ritardando la seconda somministrazione.
La prima dose di Astrazeneca e Pfizer si è dimostrata efficace solo al 33% contro la variante Delta, mentre due dosi sono altamente protettive contro ricovero e morte.
Comunque, nell’attuale scenario nazionale ed europeo, caratterizzato dalla circolazione di diverse varianti, è necessario, in coerenza con le raccomandazioni nazionali e internazionali, continuare a monitorizzare con grande attenzione la diffusione delle varianti e a tenere sempre alto il livello di guardia sulle misure di protezione individuale e di distanziamento per la prevenzione dei contagi.
Se continueremo ad impegnarci con la responsabilità che il popolo italiano ha dimostrato finora, forse non è lontano il giorno in cui anche il nostro Paese potrà affermare, come ha fatto la Norvegia, che “la pandemia è finita”.
Un’esigenza vitale anche per il nostro Paese, in quanto, secondo l’ultimo rapporto (XVII) dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (Osservasalute 2020) il Covid-19 ha bruciato in un anno l’aspettativa di vita conquistata dagli Italiani in 10 anni, ha fatto crollare il PIL del Paese di almeno 5 punti percentuali in un anno, ha messo in ginocchio il Servizio Sanitario Nazionale mostrando i danni di una politica che in passato ha sacrificato la Sanità in nome dei risparmi di spesa, ha determinato un impatto profondo sul benessere psicologico della popolazione.