Animali Notturni, un dramma sulla integrazione
NAPOLI – Al Teatro Elicantropo da giovedì 1 dicembre alle 21 (repliche fino a domenica 11) va in scena lo spettacolo Animali Notturni di Juan Mayorga.
Dopo essere stato presentato in anteprima alla scorsa edizione del Napoli Teatro Festival Italia, che ne è coproduttore con TAN Teatri Associati Napoli, il testo teatrale, nella traduzione di Adriano Iurissevich, vede la regia di Carlo Cerciello e musiche a cura di Paolo Coletta.
Juan Antonio Mayorga Ruano, Madrid, classe 1965, è uno dei drammaturghi spagnoli più rappresentati. Docente di Drammaturgia e Filosofia alla Scuola Superiore di Arte Drammatica e dirige la cattedra di Arte Scenica della Università Carlos III di Madrid.
Animali notturni nasce come elaborazione di un testo breve, su commissione del Royal Court di Londra, che aveva proposto a Mayorga di trattare un tema di carattere politico nel contesto spagnolo. La scelta si concentra sul problema, di straordinaria attualità, dell’integrazione dei cittadini stranieri.
I quattro personaggi del testo, due coppie, devono agire nell’ombra come “animali notturni”: la dissimulazione e il “non detto” sono gli strumenti di cui si servono per difendere il proprio spazio vitale.
Le due coppie protagoniste abitano nello stesso condominio, appartengono a classi sociali differenti e sono antitetici nella caratterizzazione fisica: l’Uomo alto (Luca Saccoia) colto traduttore senza permesso di soggiorno e la Donna alta (Sara Missaglia) sua compagna di vita e di lavoro; l’Uomo basso (Lello Serao), cittadino medio e mediocre, frustrato dalla distanza che lo separa dal mondo delle lettere e la Donna bassa (Imma Villa), casalinga teledipendente devota al marito. Ognuno ha il proprio segreto da nascondere.
I personaggi femminili sognano una vita parallela, alla ricerca di un’alternativa alla solitudine del presente, rifugiandosi nelle fantasie di amanti misteriosi o dentro la visione di programmi televisivi notturni.
I personaggi maschili, invece, occultano alle proprie compagne il gioco meschino che li assoggetta l’un l’altro, in un esercizio indiscriminato di potere, che li rende complici e rivali al tempo stesso.
Nelle intenzioni dell’autore Animali notturni si configura come una sottile parabola sull’incapacità dell’intellettuale di ribellarsi al capriccio del potente, al quale l’intellettuale lega per necessità la sua sopravvivenza, finendone, però, schiacciato e annullato nell’identità.
Al di là dell’esercizio seduttivo del potere e del tema tanto caro a Mayorga relativo al rapporto perverso tra vittima e carnefice, Animali notturni propone con estrema lucidità il tema della solitudine esistenziale, tristemente riempita dall’abitudinarietà e dall’incapacità di reagire ai ricatti affettivi, con i quali puntelliamo quotidianamente la paura della solitudine stessa, al punto da costruire e percorrere una vita basata su rapporti, sostanzialmente, falsi e precari.