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Amazing Naples

Al PAN la personale di Christophe Mourey Amazing Naples – Napoli, sogno dei sogni et mes rêves de bonheur

CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Al PAN in via de’ Mille giovedì 6 luglio alle ore 18.30 vernissage della mostra Amazing Naples – Napoli, sogno dei sogni et mes rêves de bonheur, che segue un discorso filologico su Napoli iniziato anni fa dall’artista Christophe Mourey.

La personale, curata da Marco Fiore con la collaborazione della professoressa Marilena Marotta, è visitabile fino al prossimo 31 agosto.

Amazing Naples è organizzata in collaborazione con il Comune di Napoli, e gode del patrocinio della Regione Campania.

In particolare, è stata fortemente voluta dal Console francese a Napoli, dall’Istituto Francese Grenoble, il club Unesco di Napoli, e l’Istituto Caselli – Real Fabbrica di Capodimonte.

Grazie al sostegno di Gianluca Migliorino design atelier, che propone un concetto di design sartoriale ed esclusivo, prendendo ispirazione dall’Arte Amazing Naples si svolgerà in otto sale, allestite con gran numero di opere per guidare gli ospiti attraverso un ammaliante e delicato viaggio fra arte e parole.

Prima del vernissage, alle ore 17, l’artista Christophe Mourey presenterà, sempre al secondo piano, il suo libro Furori Azzurri.

Dopo del vernissage, alle ore 18.30, si potrà visitare la mostra: ciascuna sala è dedicata a un particolare libro, laddove copertina e pagine sono abbellite dai disegni dell’artista. Si compie un percorso fra colori, linee e vivacità dei disegni con cui Mourey, artista francese originario di Parigi ma napoletano d’adozione, rende omaggio alla magnificenza della città del Vesuvio.

Una sala è dedicata alle opere del libro Mmamm ma – Storia di un attimo di vita in bianco e nero,Tullio Pironti Editore, di Alfredo Pezone, in cui l’autore racconta cosa abbiano significato le leggi antisemite a Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale, attraverso l’esperienza di un suo amico ebreo, Tullio, e, in particolare, del crimine commesso contro duecentoventuno bambini ebrei sotto i dieci anni che nel 1943 furono deportati da Roma ad Auschwitz.

Altra sala è dedicata al libro Sei unico, Nord-Sud Edizioni, di Bruno Tognolini, noto per essere uno degli ideatori e degli autori della Melevisione, celeberrimo programma Rai per l’infanzia. Il volume contiene una delicatissima filastrocca legata al tema della disabilità. Il componimento è stato scritto per una mamma timorosaperl’accoglienza che, nel passaggio dalle classi elementari alle medie, i nuovi compagni di classe avrebbero potuto riservare a suo figlio, un ragazzo con la sindrome di Down. Le parole di Tognolini sono accompagnate dalle fantasiose illustrazioni di Christophe Mourey che esaltano il valore della diversità come ricchezza e marchio di unicità.

Un’altra sala del percorso artistico è dedicata a Giordano Bruno – Non so di che pentirmi, con i testi di Nely e illustrazioni di Christophe Mourey per regalare l’audacia del pensiero “sovversivo” del grande filosofo nolano. Grazie ad alcune citazioni e alla leggenda dei tre asini, viene rievocata la memoria di un personaggio ardito e di un’intelligenza intrepida, fedele alla ricerca della verità e alla propria onestà intellettuale.

Non mancano disegni sul Cristo Velato.

L’ultima sala raccoglie le poesie Cammino sul filo rosso di Josephine Valley in cui si affronta una tematica difficile di grande attualità: la violenza che ogni giorno milioni di donne ancora subiscono. Christophe Mourey ha così corredato i toccanti versi dell’autrice con dei disegni che ne colgono la peculiarità e le corde emotive. Le immagini accendono il focus su un dettaglio, un volto, un particolare con colori nitidi. Nella sala verrà celebrata la figura della donna attraverso le esperienze e le storie di alcuni nomi importanti come Elsa Fitzgerald, Alda Merini, Maria Maddalena, Josephine Valley, Daphne Caruana Galizia, Camille Claudel, Salomè, Yasaman Aryani e Artemisia Gentileschi. Si vuole così sensibilizzare sulla lotta contro soprusi e violenze di genere.

Da quando è arrivato a Napoli negli anni ’90 Mourey, si è subito innamorato dei luoghi e della gente. Quando parla della città partenopea, confessa sempre quanto impossibile sarebbe stato per lui non cercare di riprodurre la bellezza di Napoli nelle sue opere.

Svelare la Napoli di Christophe Mourey significa raccontare la storia di un artista romantico e di una città che ammalia. Già da un primo veloce sguardo emerge come i colori più usati dall’artista siano il blu, il verde e il rosso che rappresentano anche la fusione fra la bandiera italiana e quella francese.

Nulla è lasciato al caso. Mourey con i suoi coloratissimi disegni intende non solo rappresentare Napoli, ma anche imprimere sulla carta una propria indagine sociale, culturale e storica.

Nel 2009 Mourey realizza il suo primo libro Napoli Euforika – Il cuore, editrice Tullio Pironti. Si tratta di una raccolta di 200 disegni realizzati fra il 2004 e il 2009. Ogni opera che vi compare raffigura la Napoli vista attraverso gli occhi di un francese, filtrata dallo sguardo di Christophe Mourey. La parola Euforika è stata una scelta non casuale, ma accuratamente studiata e selezionata per rivelare l’intento dell’autore, ssia descrivere come in fondo l’euforia sia di Napoli e Napoli sia euforika nel senso di “io porto bene”(in greco εὐφορία il cui significato nasce dall’unione di ευ (“bene”) e di φέρω.”io porto”).

Euforika intesa, quindi, come compenetrazione di anima e corpo, di sostanzialità e determinazione, di un moto indotto dalla ribellione che tanto caratterizza la città. È questa una parentesi necessaria da aprire per poter comprendere pienamente la collezione di opere su Napoli di Mourey. Come in un fermo immagine riesce a trascrivere i ricordi di una passeggiata veloce per le vie del centro, di un giro in macchina nel traffico sul lungomare, il frame di un racconto visivo.

Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Rouen, Francia, disegna incessantemente tentando di ricalcare l’identità dell’humus che rappresenta non solo espressivamente, ma con un’attenta ricostituzione dell’oggettività, in un’ottica socioculturale.

 

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