Allegra | Percorsi
Alle nostre madri: senza di esse non saremmo state così… E noi, cosa siamo diventate noi? Le prime della classe, come Allegra, incamminata lungo nuovi percorsi…
di Bianca Sannino
Ero arrivata alla soglia dei sessant’anni, i miei figli avevano preso la loro strada, avevano messo su famiglia e il numero dei nipoti era notevolmente cresciuto.
Ne avevo sei e questo mi faceva sentire orgogliosa, ero la matriarca di questa famiglia, ero riuscita, nonostante tutto, a creare qualcosa di buono, e questo senza rinunciare del tutto a me, sforzandomi di essere coerente con quell’impulso interiore che mi aveva portato a sfidare mio padre, la mia famiglia persino i miei stessi figli.
Avevo cominciato la mia attività come supporter coach nei percorsi di autoconsapevolezza e questo mi gratificava e non poco.
Tutto procedeva abbastanza liscio, quando mio figlio Dario ebbe un bruttissimo incidente. Amava fare parapendio, era stato sempre un grande spericolato e amava gli sport estremi, durante una scalata non agganciò perfettamente la corda al moschettone, mise il piede in fallo e rimase appeso con un solo braccio alla corda per oltre un’ora, procurandosi una grave lesione alla spalla che lo obbligò al riposo forzato per oltre tre mesi.
Dovetti prendere ancora una volta io in mani le redini dell’azienda, facendo la gymkhana tra mille impegni.
Quell’occasione mi offrì l’opportunità di approfondire la conoscenza di mio figlio. L’avevo partorito io, cresciuto io, ma di lui sapevo poco. Conoscevo i tratti esteriori del suo carattere, della sua personalità, ma quello che era dentro fino a quel momento mi era stato estraneo. Mi chiedevo se fosse per un suo naturale riserbo oppure per proteggersi da me. L’immagine che riflettevo era quella di donna caparbia, volitiva, testarda e a tratti arrogante. Tendevo a imporre il mio modo di fare e di pensare perché ero così convinta delle mie idee, del mio modo di pensare che raramente lasciavo spazio agli altri. Solo personalità altrettanto forti e d’impatto mi affascinavano e solo a quelle prestavo attenzione. Quell’occasione mi offrì l’opportunità di ripensare a me stessa e al mio ruolo di madre. L’incidente di mio figlio aprì una porta che non immaginavo si aprisse, mi fu improvvisamente chiaro che io avevo ripercorso la stessa strada d mio padre.
Bianca Sannino, docente appassionata nella scuola statale italiana, vive e insegna a Portici da più di vent’anni.
Dopo aver attraversato perigliosi mari in vari ambiti e settori ed essersi dedicata alla redazione di libri saggistici e specifici del settore dell’insegnamento, esordisce oggi nel genere novellistico.
Due lauree, corsi di specializzazione, master non sono bastati a spegnere la sua continua, vulcanica e poliedrica ricerca della verità.
Da sempre, le sue parole che profumano di vita e di umanità, arricchite dalla sua esperienza e sensibilità, restituiscono delicati attimi di leggerezza frammisti a momenti di profonda riflessione.
Nel 2021 inizia la collaborazione con LoSpeakersCorner pubblicando una serie di novelle, tutte al femminile.
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Questo breve racconto racchiude la presunzione umana. L’inevitabile!
La vita ci mette davanti a delle scelte difficili e incomprensibile. L’avidità e l’arroganza dell’essere umane rimane, purtroppo! I figli vanno protetti in tutte le loro sfumature. Noi genitori abbiamo il dovere di accettare le nostre debolezze con umiltà. Doveroso dare la speranza ai nostri ragazzi che nonostante tutto ci sia Amore Divino nell’aria e Angeli umani sulla Terra.