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Alice e il Cappellaio Matto

Il cortometraggio dell’eclettico Nello Petrucci L’ultimo Whisky con il Cappellaio Matto in lizza per il Globo d’Oro

L’ultimo Whisky con il Cappellaio Matto è il titolo del cortometraggio scritto e diretto da Nello Petrucci,  scelto tra i tre finalisti del Globo d’Oro.

Già vincitore  a Los Angeles dell’Indie film festival  e del Best Istanbul film festival in Turchia, del New York Cinematography Awards, eletto Best Indie Film Award, a Londra, primo al Balkan New Film Festival di Stoccolma, ed in nomination, la scorsa primavera, ai David di Donatello 2021.

Il corto di Petrucci, è prodotto dalla Satyr M.B. production e co-prodotto da Contemply.

Una continua ricerca del tempo perduto è leitmotiv di una Alice, ormai donna, catapultata nuovamente in quel mondo fantastico, carico di simbologia, dove ritrova il “cappellaio matto” .

Dialoghi tra il filosofico ed il paradossale sull’io, il sogno, il tempo, sull’abitare il mondo con uno sguardo diverso.

Girato ad Apice vecchia, Benevento, protagonista del corto  è la curiosità innata che alberga in Alice, magistralmente interpretata da Titti Nuzzolese, che la porta a rincontrare, da grande, alcuni personaggi del racconto di Lewis Carroll.

In fuga dallo spleen di una quotidianità che non la soddisfa, Alice ritrova il suo sguardo da bambina nel mondo delle meraviglie .

Il film mette insieme due figure chiave, il cappellaio, che rappresenta il nostro subconscio e Alice, che vive nettamente  in superficie. Un contrasto enorme.

Petrucci mette al centro “la dimensione del tempo” , che è spesso al di fuori dell’orologio, restando in sospeso come una sorta di limbo, come le mongolfiere disegnate nella casa del cappellaio.

La struttura narrativa del corto pullula di  citazioni e metafore: basti pensare al  “viandante” che dà indicazioni ad Alice, chiaro riferimento a  Nietzsche e al contempo a David Casper o al Cappellaio con il suo tè delle cinque, ovvero la routine, che si incontra e si scontra con il tempo e la follia umana nel gestirlo.

Maschere sparse un po’ ovunque, una fotografia virtuosa e dai colori saturi che conferiscono al lavoro una dimensione surreale.

Il film è stato girato in 4 giorni, con sei mesi di lavorazione: gli interni sono stati ricostruiti totalmente,  negli studi della Satyr production, mentre gli esterni sono ricavati da un vero e proprio set naturale, quello di Apice vecchio, paesino dimenticato dal tempo.

Il cast vanta nomi di tutto rispetto, tra cui : Ciro Cascina , co-protagonista nel panni del Cappellaio, Bret Roberts. attore americano molto apprezzato nelle vesti della Lepre Marzolina, Egidio Carbone alias  il Viandante.

Il tempo per me è un elemento decisivo, una continua ricerca: questo lavoro traccia una linea fondamentale per riflettere su un tema che continua a sorprendermi,  ommenta Petrucci, regista e sceneggiatore di L’ultimo Whisky con il Cappellaio Matto, che aggiunge: Ho lavorato con una troupe fantastica, un set familiare, circondato da tanto amore, è stato un lavoro corale, di tutti, questo ha reso il progetto vincente. La nomination al Globo d’Oro è un sogno che si avvera.

La 61esima edizione del Globo d’Oro, premio cinematografico organizzato dall’Associazione Stampa Estera in Italia per premiare il valore e il merito di registi, attori,  e produttori, si terrà il prossimo 30 settembre a Roma a Villa Aurelia,  al Gianicolo.

Sarà un’edizione meravigliosa, costellata da talenti  e numerose opere di valore, sottolineano i direttori artistici del Premio, Claudio Lavanga e Alina Trabattoni, ribadendo che le scelte … sono state rese ancora più difficili proprio a causa della quantità e qualità dei film in concorso. Si tratta di tante opere uniche, spiegano, … che, come giornalisti di testate estere, miriamo a far conoscere ad altri paesi ed altri mercati, valorizzando questo settore così prezioso della cultura e storia italiana.

I film, i documentari, i corti e le serie TV – concludono i direttori artistici – sono stati uno strumento fondamentale per evadere durante il lockdown, una finestra verso mondi possibili, in un momento in cui il nostro sembrava invivibile. Dopo un anno di pausa forzata, a settembre la cerimonia di premiazione sarà un’occasione per celebrare il grande cinema italiano, e quello che speriamo sia il ritorno alla normalità.

 

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