Al via la II edizione di Pompeii Theatrum Mundi
POMPEI (NA) – Al Teatro Grande del sito archeologico giovedì 21 giugno alle 21 ai apre la seconda edizione di Pompeii Theatrum Mundi, la rassegna di drammaturgia antica promossa dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei: andrà in scena in prima assoluta la Salomè di Oscar Wilde (repliche venerdì 22 e sabato 23 giugno).
La pièce del drammaturgo inglese sarà rappresentata nella traduzione di Gianni Garrera, su adattamento e regia di Luca De Fusco. Vede protagonisti gli attori Eros Pagni nel ruolo di Erode, Gaia Aprea in quello di Salomè, Anita Bartolucci nei panni di Erodiade, Giacinto Palmarini in quelli di Iokanaan. Con loro condividono la scena Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Luca Iervolino, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Carlo Sciaccaluga, Paolo Serra, Enzo Turrin.
Le scene e i costumi sono firmati da Marta Crisolini Malatesta, disegno luci è di Gigi Saccomandi. musiche originali di Ran Bagno, coreografie di Alessandra Panzavolta, installazioni video di Alessandro Papa.
Nella II edizione di Pompeii Theatrum Mundi la produzione di Salomè è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Verona.
Così scrive nelle note il regista Luca De Fusco: «Salomè è un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte… I registri che Wilde usa oscillano tra il drammatico, l’ironico, l’erotico, il grottesco in una miscela molto ambigua e di difficile rappresentazione proprio per i suoi meriti, ovvero per la sua originalità, che la fa solo in apparenza somigliare ad una tragedia greca mentre in realtà ci troviamo di fronte ad un’opera unica nel genere. È inoltre enigmatica ed inafferrabile la natura della protagonista e il suo desiderio di amore e morte che non trova logiche spiegazioni. Credo che l’amore/odio di Salomè per Iokanaan sia figlio di quel desiderio mimetico su cui l’antropologo René Girard ha scritto pagine memorabili. In sostanza, a mio avviso, Salomè ama talmente il profeta da volersi trasformare in lui stesso. Non può e non vuole uscire da una dimensione narcisistica dell’amore e quindi si specchia nel profeta».
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(Foto by Fabio Donato)