Agire Giocare Pensare
L’interessante progetto firmato La chiocciola Agire Giocare Pensare, che ha come principale l’inclusione sociale dei bimbi con difficoltà
PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – La cooperativa sociale La chiocciola in via Carlo e Luigi Giordano ha messo in campo il progetto Agire Giocare Pensare.
L’iniziativa è rivolta a bambini che hanno qualche difficoltà: da quelli iperattivi o con disturbi comportamentali e relazionali a quelli affetti dalla sindrome dello spettro autistico, che costituiscono la maggioranza dei partecipanti.
L’obiettivo di questo interessante progetto è l’inclusione: intende far partecipare anche bambini normotipici, non solo per educarli alla diversità, ma anche per interagire socialmente con quelli che hanno qualche difficoltà.
Il progetto Agire Giocare Pensare è nato da un’idea di Adele Cacace, mamma di un bambino autistico, che ogni giorno vive il dramma dell’esclusione di suo figlio.
Sebbene il bimbo sia molto empatico e socievole non trova molte opportunità di svago e di divertirsi con i coetanei. Spesso i bambini con difficoltà non vengono invitati alle feste, né partecipano alle gite e alle uscite didattiche. Praticamente vengono esclusi a priori.
Infatti, trascorrono la maggior parte del loro tempo nei centri di riabilitazione con i terapisti, in un rapporto uno a uno cioè bambino – terapista.
Le compromissioni più importanti per chi è nello spettro autistico toccano proprio la sfera relazionale e quella della comunicazione, ma nei centri proprio su questo piano si lavora ben poco, dal momento che sono terapie individuali.
Per loro e le famiglie è una grande sofferenza. Non si sentono liberi di ridere e giocare, di imparare a tirare fuori tutto ciò che hanno dentro e che non riescono ad esprimere. È proprio la socializzazione, infatti, che li aiuterebbe a superare quei blocchi.
Il progetto nasce da me come madre e allo stesso tempo come socia fondatrice della società Coop La Chiocciola – spiega Adele Cacace – dove in questi anni ho avuto spesso l’occasione di confrontarmi con altre mamme di bambini autistici o bambini iperattivi o anche oppositivi provocatori, e da parte di tutte emergeva questo bisogno. Quindi lo scopo del progetto è quello di aiutare i bambini a sviluppare le social skills ossia le abilità sociali, relazionarsi nel modo giusto con i propri pari. E come? Attraverso il gioco e la condivisione, supportati, naturalmente, da personale specializzato. La mia idea iniziale era una ludoteca per bambini autistici ma sarebbe stata come le solite associazioni dove i bambini non avevano comunque modo di interfacciarsi con i normotipici. Quei posti diventano quasi dei “ghetti”, non si può parlare di inclusione. Nato il progetto Agire Giocare Pensare e cominciando a lavorare con i bimbi, dalle foto già si possono evincere i primi progressi, rendersi conto che stanno imparando ad interagire e giocare con i coetanei. E, soprattutto, fanno cose che li fanno stare bene e, quindi, sono felici.
Negli spazi della cooperativa sociale La chiocciola i bambini sono seguiti da un team di esperti composto da psicologi, terapisti comportamentali, psicomotricisti ed educatori che supportano i bambini e li aiutano a superare le loro difficoltà.
Dal confronto con gli psicologi è emerso che Agire Giocare Pensare è un progetto valido non solo per bambini con diagnosi di disturbi neurologici ma anche per quelli che hanno difficoltà relazionali.
I disagi di questi bimbi possono essere un campanello d’allarme: una diagnosi precoce può evitare che diventino vittime di atti di bullismo o che, invece, divengano oppositivi e provocatori per poi essere essi stessi futuri bulli.
La cosa importante è comprendere quello che purtroppo pochi capiscono: al di là del loro silenzio o esagerata esuberanza c’è una piccola persona sensibile che, chiusa nel suo guscio di sofferenza, ha bisogno di essere ascoltata, soprattutto con il cuore.