La preziosa statua lignea di Sant’Antonio da Padova
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI (NAPOLI) – Nel salone delle conferenze intitolato a San Massimiliano Kolbe del convento francescano di Sant’Antonio da Padova in via dell’Università sabato 10 settembre si è tenuta la conferenza stampa di presentazione delle opere di restauro del simulacro ligneo del ‘400 del santo patavino, rientrato al convento francescano a lui dedicato dopo un accurato e sapiente lavoro eseguito presso il laboratorio Cartusia di Antonio D’Elia, con sede in Salerno
Sistemata nel chiostro, la statua di Sant’Antonio alle ore 17 è stata scoperta e offerta all’ammirazione dei fedeli.
Contemporaneamente, i padri fra Bernardino Fiore, guardiano del convento officiato dai Frati Minori Conventuali, e fra Tommaso Barrasso, parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova hanno presentato le operazioni di migliorie apportate, le tecniche utilizzate dai Maestri restauratori.
Hanno presenziato all’incontro autorità civili e religiose, nonché gli altri frati della comunità francescana, i padri fra Oreste Casaburo e fra Alfonso Panaligan, oltre a numerosi fedeli.
Il simulacro oggetto del restauro, realizzato da un ignoto artista del XV secolo impiegando un unico blocco di legno policromo, rappresenta Sant’Antonio da Padova in posizione eretta, recante la Bibbia nella mano destra e il giglio nella sinistra. La Bibbia e il giglio, frequenti attributi iconografici del Santo, rispettivamente, simboleggiano il passaggio dal libro al bambino Gesù, vale dire dalla parola rilevata alla Parola incarnata, e la purezza.
Il recupero della statua, ad altezza uomo, è stato realizzato in diverse fasi:
- spolveratura; pulitura; disinfestazione degli insetti xilofagi;
- asportazione di materiali non idonei (resina, chiodi);
- integrazione materica, ricostruzione di parti della calotta cranica;
- rimozione di ben cinque strati di colore, specialmente nelle mani;
- ripristino pittorico.
Il lavoro, svolto con maestria e passione, è stato eseguito con impegno e dedizione dai maestri restauratori d’arte Giulia Gaeta e Dario Amoruso.
Un lavoro piuttosto complesso, visto che si è dovuto porre riparo alle tante vicissitudini che nell’arco di cinque secoli hanno interessato il simulacro: studiandola attentamente, sono stati riscontrati danni dovuti a un parziale incendio, a una caduta accidentale, a un inadeguato ripristino di parti rovinate, con l’impiego di resine e/o stucchi, operato in diverse epoche, l’ultimo dei quali risalente agli anni ‘60 del ’900.
L’apprezzabile restauro di consolidamento della fibra del legno, diventata ormai spugnosa, ha impegnato i restauratori per circa 12 mesi: la statua, infatti venne affidata alle loro cure il 24 settembre 2015. Tutte le parti erose sono state ripristinate con pasta di legno, gesso di Bologna e colla di coniglio. Il ripristino ha restituito alla statua di Sant’Antonio da Padova il giusto grado di leggibilità e stabilità, grazie alla rimozione dei depositi superficiali di polvere e di sostanze incoerenti.
L’originaria veste del venerabile, composta da un saio francescano di color marrone, durante la dominazione spagnola, seguendo il gusto e la moda spagnoleggiante di vestire con stoffe sgargianti estofados, è stata impreziosita dipingendola con argento meccato e ornata con motivi con motivi geometrici-vegetali.
In effetti, ricoprendo la veste con foglia d’argento rivestita di gomma lacca, la colorazione della stessa assume l’effetto giallo dorato. Tanto il saio quanto il cingolo sono caratterizzati dalla presenza di lievi riflessi rossi dovuti all’impiego di colore sangue di drago.
Gli occhi di vetro, seppur raffazzonati – l’uno sottile l’altro più doppio – rendono viva l’espressione del volto del Santo, dal popolo dei fedeli devozionalmente ritenuto … “antipatico”.
Nel corso dei lavori è stato possibile determinare che il capo della statua è stato ottenuto utilizzando un calco del cranio del Santo. Ciò rende inevitabile che il valore devozionale superi di gran lunga quello artistico.
Mentre l’aureola d’argento e il giglio in ottone dorato sono stati solo ripuliti, la Bibbia ha richiesto altresì un accurato lavoro. Sono stati, infatti, ricostituiti l’attacco alla mano, il dorso, la copertina. Quest’ultima, ricoperta da foglia d’oro con gomma lacca, al centro presenta una gemma.
Anche la pedana su cui poggia il simulacro è stata oggetto di attenzione. Delimitata da semplici modanature lisce, anch’essa è stata realizzata con lamina d’argento meccata con gomma lacca.
Al termine dell’incontro, l’antica statua di Sant’Antonio da Padova, tornata al suo originario splendore, è stata accompagnata processionalmente nella chiesa parrocchiale annessa al convento e consacrata al taumaturgo lusitano.
Animata dalla schola cantorum, si è poi tenuta la solenne celebrazione della Santa messa di ringraziamento.
A conclusione del sacro rito, il simulacro è stato ricollocato nella nicchia originaria, posta alla parete ovest della sacrestia.
Di seguito le immagini di alcune fasi del restauro